Salute: rischio cardiovascolare e lavoro, camionisti al primo posto

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Vita sana, poco stress e controllo di peso corporeo, colesterolo e pressione. Sono queste le indicazioni principali per ridurre il rischio di patologie cardiovascolari secondo i cardiologi riuniti al congresso ‘From scientific research to clinical practice’, organizzato a Palermo dal dipartimento di scienze per la promozione della salute, scuola di medicina, Università di Palermo e promosso dalla Fondazione internazionale Menarini.

Gli esperti hanno inoltre evidenziato come lo stile di vita sbagliato adottato a causa di alcune professioni sia nemico del cuore. E il lavoro del camionista è al primo posto tra quelli che aumentano il rischio cardiovascolare. Uno studio pubblicato dai Centers for disease control and Prevention statunitensi, analizzando i dati di 66 mila lavoratori di 22 categorie professionali diverse, ha evidenziato come alcuni lavori siano più dannosi di altri per la salute del cuore. “I lavori nemici del cuore sono quelli sedentari e ripetitivi. In questo senso lo studio americano mette in cima alla classifica dei lavoratori più a rischio i camionisti”, evidenzia Salvatore Novo, direttore della divisione di cardiologia all’Ospedale universitario ‘P. Giaccone’ di Palermo e presidente del congresso. “L’assenza di movimento – prosegue Novo – porta ad accumulare peso, favorito anche dall’alimentazione scorretta, consumata in fretta, troppo ricca di grassi. Il lavoro stressante o deprimente è dannoso anche perché altera il sonno veglia, i sistemi di secrezione ormonale e nella maggior parte del casi anche del ritmo che riguarda la pressione nelle ore del giorno”. “Inoltre – sottolinea Novo – non va dimenticata la familiarità: se un parente stretto è stato colpito da un evento cardiovascolare, come un infarto o un ictus, prima dei cinquant’anni, il rischio aumenta. Non vanno inoltre sottovalutati i fattori psico-sociali, come lo stress nel lavoro, oppure avere una personalità ansiosa o depressiva”.

Le nuove linee guida europee consigliano di tenere sotto controllo il livello massimo del colesterolo, ma soprattutto il colesterolo Ldl, che nella popolazione generale deve essere minore di 115 mg/dl. “Attenzione però: nelle persone che hanno già avuto un evento cardiovascolare, il colesterolo Ldl non deve superare la soglia dei 70 mg/dl”, ricorda Novo. “Per quanto riguarda invece la pressione, i livelli consigliati sono di 140-90 per tutti, con una maggiore tolleranza per le persone anziane (si può arrivare a 160 di massima) e maggior rigore per le persone con diabete (130-85)”.

La prevenzione cardiovascolare non si traduce soltanto in salute per i cittadini, ma anche in un risparmio per il Sistema sanitario. “La necessità di privilegiare l’attenzione agli stili di vita è oggi più che mai importante in un quadro di persistente crisi economica e di aumento dell’aspettativa di vita, con tutte le conseguenze legate alla crescita delle malattie croniche e di aumento di costi per i sistema sociosanitari di tutto il mondo”, sottolinea Novo.

I cardiologi, infine, invitano la popolazione, spesso riluttante, a cambiare stile di vita e a curarsi quando è necessario: “Un anno dopo essere stato colpito da un infarto un paziente su quattro abbandona la terapia per ridurre il colesterolo, incrementando considerevolmente (in alcuni casi fino al 50%) il rischio di complicanze che possono contribuire a un secondo attacco”, conclude Novo.

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