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Scartabellando: la mostra di Costanza Calisti

costanza calistri

Costanza Calisti propone, negli spazi di Umbrò, la sua esposizione dal titolo “Scartabellando”: una serie di collage, spesso uniti ad oggetti semplici, che diventano quadri fatastici e a volte figure mitologiche, con una propria identità. Una mostra fatta di creatività, precisione e fantasia con un occhio sempre attento alla realtà e alle forme che si uniscono creando l’opera.

È  così che un viso con applicate delle mani e un occhio capovolto, diventa “Malía” e un’altra con i capelli di filo di ferro diventa “belladonna”. Costanza ritaglia immagini e ricerca materiali semplici del riuso per riuscire impegnarsi nella ricerca dell’assemblaggio giusto che poi diventa una scultura, un quadro o un collage.
Ma, osservando con attenzione, non al solo gioco, divertimento e tecnica si limitano le opere di Costanza Calisti: ad uno sguardo più attento non sfugge il background culturale dell’artista che ripropone, chissà se coscientemente o meno, rielaborandoli, alcuni richiami a grandi artisti senza tempo quali Frida Kahlo, Pablo Picasso, Roy Liechtenstein attraverso i quali indaga il complesso universo femminile.
Il dolore di un cuore abbandonato a terra tra cornici che contengono il vuoto, l’impossibilità di esprimersi per la donna che, per la società, deve limitare il suo valore a quello estetico, la voglia di leggerezza, di bellezza e levità, ma anche il mistero dell’essere donna; insomma, le mille facce della realtà femminile trovano espressione e raffigurazione nelle opere dell’artista perugina Costanza Calisti.
Le opere risultano quindi essere, se gli occhi che le guardano sono occhi femminili, come degli specchi dove riflettersi e riconoscere le nostre verità più intime mentre, se gli occhi che osservano sono maschili, possono essere d’aiuto per tentare di capire un poco di più sulla complessità dell’emisfero femminile.
Tutto sembra semplice e facile ma non lo è, anzi, dietro le esposizioni della Calisti c’è la voglia di capire interpretare di trovare il bello nella semplicità di un ritaglio di giornale o di un oggetto abbinato ad una composizione di figure di carta.
Donatella Binaglia e Benedetta Tintillini
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