CGIL: Scuola in presenza per i figli degli operatori della sanità

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Scuola in presenza per i figli degli operatori della sanità: lettera senza risposta inviata a Comune e Regione dalla CGIL

Sappiamo tutti qual è la situazione covid in Umbria, mancano medici, infermieri per arginare questo virus e le sue varianti; per questo, in seguito a molte segnalazioni di genitori dipendenti dell’azienda Ospedaliera di Perugia, la CGIL chiede a Comune di Perugia e Regione Umbria un aiuto concreto.

Nella lettera, Vanda Scarpelli Segretaria Confederale CGIL di Perugia e Domenico Maida Segretario regionale Federazione lavoratori della conoscenza, hanno scritto: “Abbiamo ricevuto in queste ore richieste da parte di molti genitori dipendenti dell’Azienda Ospedaliera di Perugia che hanno grosse difficoltà nella gestione dei propri figli con la chiusura delle scuole. Difficoltà date non solo dalla mancanza di congedi o permessi ma anche dalla necessità di non chiedere, per senso di responsabilità, ferie o permessi per non sovraccaricare i colleghi consapevoli delle molteplici carenze di personale.

Chiediamo pertanto anche alla luce della nota del Ministero dell’Istruzione-Dipartimento per il sistema di istruzione formazione prot. n.1990 del 5/11/2020, che venga data attenzione agli alunni figli di personale sanitario direttamente impegnato nella cura e assistenza ai malati, in modo che anche per loro possano essere attivate, anche in ragione dell’età anagrafica, tutte le misure finalizzate alla frequenza della scuola in presenza”.

Ad oggi nessuna delle due istituzioni coinvolte ha dato risposta e intanto a rimetterci sono sempre le donne costrette a rimanere a casa per seguire i figli.

donatella binagliaDonatella Binaglia

 

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