Installata all’Istituto Agrario di Todi una serra iper-tecnologica

serra iper-tecnologica

Una innovativa serra iper-tecnologica frutto di un brevetto “made in Umbria”, il cui prototipo è stato premiato di recente come la miglior startup del settore green in Italia alla 70esima edizione del salone internazionale del florovivaismo di Padova, è stata installata in questi giorni all’Istituto Agrario di Todi.

Si tratta di un progetto fortemente innovativo, rispetto al quale il “Ciuffelli” è apripista a livello nazionale. La principale innovazione consiste nella capacità della superficie vetrata di imprigionare la luce del sole di giorno per restituirla naturalmente alle piante di notte. Il tutto grazie ad una particolare mescola di pigmenti foto-convertitori contenute in alcune terre speciali. Come certificato dalle sperimentazioni, condotte per alcuni anni, il sistema converte la luce solare in frequenze luminose molto vicine ai picchi della fotosintesi clorofilliana stimolando in maniera significativa la crescita delle piante.

Con questo sistema si aumenta il livello di produzione (cioè una riduzione dei tempi di maturazione degli ortaggi) con una crescita superiore alla media in condizioni standard. Risultato: è possibile coltivare ortaggi, verdure, erbe aromatiche e officinali con una crescita fino a 3 o 4 volte più veloce. Il tutto grazie alle citate polveri fotoluminescenti inglobate nei vetri della serra, che convertono la luce solare per rilasciarla progressivamente di notte con un’intensità simile a quella del sole a mezzogiorno.

Il progetto della serra iper-tecnologica non si limita ai “vetri convertitori”. Un innovativo sistema di depurazione dell’aria, che si ispira al principio basato sul fenomeno naturale della pulizia dell’aria per l’effetto della pioggia durante un temporale, protegge le piante dagli attacchi di parassiti e malattie più comuni senza dover ricorrere alla difesa chimica. In pratica l’acqua attraversando l’aria spinge a terra tutte le particelle in sospensione nell’aria stessa, sia pollini che batteri, dando vita a un processo di depurazione naturale senza interposizione artificiale di materiali o sostanze chimiche.

A ridosso delle vetrate sono posizionate delle scaffallature verticali per le piante in accrescimento, coltivate su un vaso che contiene una miscela di torba e cocco unita a fertilizzanti organici di origine biologica con uso di microrriza e tricodherma. La micorriza porta a un aumento dell’apparato radicale mentre il tricodherma è un fungo in simbiosi con piante che, tramite l’apparato radicale, innesca un’azione antagonista contro le malattie di origine fungina. Con questo metodo si ottiene, ad esempio, un aumento di circa il 20-25% espresso in brix riferito agli zuccheri in un pomodoro ed un aumento di contenuto in oli essenziali sulle aromatiche di un +20%.

Attenzione è stata posta anche all’ottimizzazione dell’uso dell’acqua: vasche di accumulo, posizionate nel basamento della serra, servono per la raccolta delle acque piovane provenienti dalla copertura superiore vetrata. Le vasche permettono di ottimizzare l’adduzione dell’acqua necessaria al rabbocco che risulta utilizzata per lo più nei soli mesi caldi. L’acqua utilizzata per l’irrigazione ad immersione viene poi riaccumulata dopo l’uso nelle vasche di raccolta, tra di loro collegate, nelle quali viene pescata da una pompa e riutilizzata previo filtraggio e depurazione con sistema ad osmosi inversa.

La serra iper-tecnologica è anche energeticamente autosufficiente, con il collegamento della parte tecnologica a un sistema fotovoltaico per la produzione di energia necessaria a gestire il sistema domotico che tiene in funzione l’illuminazione interna e i led fluorescenti nonché la macchina per il trattamento aria e la pompa per l’irrigazione e il ri-circolo dell’acqua. A monitorare “Serranova” c’è un sistema di accesso elettronico e un controllo dell’accrescimento e di tutte le condizioni interne alla serra anche da remoto.

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