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Siena. Torna al Duomo di Siena Il Saloncino, un tè all’Opera

il saloncino

Il Complesso monumentale del Duomo di Siena ripropone, dopo il successo delle passate edizioni, Il Saloncino: un tè all’Opera, quattro appuntamenti domenicali che approfondiscono nuove tematiche relative alla Cattedrale. Come nelle precedenti edizione, alla fine degli incontri, seguirà la degustazione di pregiati tè provenienti da tutto il mondo in un’atmosfera che richiama i circoli culturali inaugurati da Vittorio Alfieri proprio all’interno del Museo dell’Opera.

Gli appuntamenti si terranno tutte le domeniche di novembre, dalle 15,30 alle 17,30, all’interno della Sala delle Statue del Museo dell’Opera.

Il primo appuntamento, domenica 5 novembre 2017, vedrà come protagonista Maura Martellucci con “1348: l’anno che cambiò il destino di Siena”. Una lezione sui terribili mesi della peste che arrivò,  come un fulmine inaspettato, in tutta Europa. A Siena colpì come una scure: due terzi della popolazione, fra l’aprile e l’autunno del 1348, furono falciati dalla Peste Nera. Anche Pietro e Ambrogio Lorenzetti, si dice, morirono così. Il duomo si fermò, un borgo scomparve. Poi, finita questa, altre ne arrivarono. E nulla fu più come prima. Né in Europa, né a Siena.

La domenica successiva, 12 novembre, Raffaele Argenziano presenterà: “Caccia al ladro: un possibile precedente alla maestà di Duccio? La ricostruzione di una tavola di Guido da Siena”. L’intervento riguarderà la ricostruzione della tavola con i pannelli che mostrano scene della Vita di Cristo, provenienti dalla Chiesa di Sant’Andrea alla Badia Ardenga presso Montalcino e realizzati da Guido da Siena e Dietisalvi di Speme. La recente pubblicazione dei documenti, principalmente inediti, trovati da Fabio Bisogni sul processo per l’illecito acquisto effettuato da Johann Anton Ramboux di tre delle quindici tavole in cui la pittura originale fu ridotta, contribuirà a cercare di ricostruire l’ancona guidesca nello stato in cui doveva essere fino al 1841. Fino a quando don Gabriello Balestrieri, parroco della Chiesa di Sant’Andrea alla Badia Ardenga, vendette il dipinto a Giuseppe Pianigiani e Giovanni Petrilli. La ricostruzione della tavola cercherà di verificare pure la proposta di Fabio Bisogni, che suggeriva di considerare le quindici scene come la parte posteriore di una tavola con la Madonna con il Bambino. Se si potesse  provare questo suggerimento, l’ancona guidesca  costituirebbe un precedente alla Maestà di Duccio.

Il terzo appuntamento, domenica 19 novembre, sarà con Enrico Grassini: “Gaudeamus omnes in Domino. Il culto delle reliquie dei Santi in Cattedrale e al S. Maria della Scala”. Nella storia del cristianesimo il culto dei Santi e delle loro reliquie si è articolato in una tensione creativa tra memoria e devozione. La peculiarità del rapporto, in epoca medievale, tra il credente e la memoria del Santo ci dà la possibilità di  rileggere una ricchezza del passato e del presente della Città e della Chiesa di Siena: le sue reliquie e il culto dei suoi Santi.

L’ultimo appuntamento è fissato per domenica 26 novembre quando Alessandra Caffio affronterà una lezione dal titolo: “Simone Martini, Pietro e Ambrogio Lorenzetti: i perduti affreschi della facciata dell’ospedale di Santa Maria della Scala”. Il ciclo mariano della facciata dell’Ospedale di Santa Maria della Scala a Siena, realizzato da Simone Martini e dai fratelli Lorenzetti negli anni Trenta del XIV secolo, svanì irrimediabilmente nel 1720. Tuttavia, grazie alle fonti scritte e all’ampia fortuna visiva di cui godettero gli affreschi, si riesce ad avere oggi un’idea abbastanza nitida sia del programma iconografico quanto dei pittori coinvolti nell’impresa.

L’iniziativa, promossa da Gian Franco Indrizzi, Rettore dell’Opera della Metropolitana, è organizzata da Opera – Civita.

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