Time Within the Signs: a Narni l’arte vista come ‘oracolo’ contemporaneo

time within the signs

Presso ‘Thepòsito Art Space’ di Narni, galleria d’arte contemporanea recentemente aperta in Via del Parco 1 e specializzata nella promozione di artisti emergenti o a metà carriera in uno spazio tra digitale e fisico, è in corso Time Within the Signs (Il Tempo nei Segni). Si tratta di una mostra collettiva curata da Lorenzo Rubini che riunisce le opere di tre artiste, Erica Ferraroni, Laura Santamaria e Meri Tancredi, “in un dialogo – si legge nella presentazione dell’evento – che esplora Tempo e Cosmo reinterpretando la figura oracolare.” Il progetto “si focalizza – viene ulteriormente chiarito – intorno al concetto per cui l’artista si configura come un oracolo contemporaneo, capace di trasformare la percezione del mondo in un linguaggio che sfugge alla linearità e alla certezza, ponendoci di fronte a una riflessione profonda sul rapporto tra tempo, realtà e immaginazione.”

Time within the signs è una mostra che invita a riflettere sul rapporto di ognuno col tempo e a decifrarne i segni, a interrogarsi sul presente intuendo sia le possibilità del futuro sia la necessità di assumersi la responsabilità di costruirlo.

Le opere delle tre artiste si presentano come antiche profezie, tracce aperte e non risposte definitive, frammenti di un linguaggio enigmatico che parla di ciclicità, di trasformazione, di connessione tra l’uomo e l’universo e che spetta all’osservatore interpretare.

Erica Ferraroni, con la sua serie “Oracoli”, trasforma il cerchio in un simbolo potente di energia e trasformazione. Le sue immagini evocano costellazioni e sembrano parlare di aura, ciclicità e rinascita, catturando una connessione intima tra la figura umana e le geometrie universali.

Laura Santamaria, nella serie “Blacksmoke”, utilizza il nerofumo come traccia materica per rappresentare le orbite e i cicli astrali, unendo la materia primordiale dell’universo ai processi che scandiscono la nostra vita.

Meri Tancredi esplora lo scorrere del tempo attraverso l’opera video “Tempo stabile di massima permanenza”, in cui un fascio di luce solare diventa il protagonista silenzioso di una riflessione sulla durata e sulla permanenza, e con le “Tavolette di Armonia”, pannelli di plexiglass in cui il sovrapporsi di scritte nel tempo rende il testo quasi illeggibile, richiamando la complessità delle antiche profezie oracolari.

La mostra Time within the signs, che è stata aperta lo scorso 15 febbraio e si concluderà il prossimo 30 marzo e si può visitare dal martedì al venerdì dalle 17 alle 19 (info: 349 6872650 – info@theposito.com – https://www.theposito.com/), non si propone di raccontare una storia già definita, ma di aprire spazi di domanda e di immaginazione, rendendoci consapevoli del nostro desiderio profondamente umano di trovare certezze nella realtà, per dare forma a un futuro che non possiamo conoscere.

“Come un oracolo che legge il cielo, l’artista non svela verità assolute, ma invita a decifrare i segni che ci circondano, ricordandoci che il tempo non è una linea retta ma una costellazione di frammenti, di intuizioni e di possibilità”, spiegano le artiste.

In questo senso, il tempo vive dentro i segni lasciati dall’arte, segni che non sono risposte, ma punti di partenza per un viaggio personale e collettivo attraverso il mistero che è “esistere”.

 

Maria Vittoria Grotteschi

 

Le artiste:

Erica Ferraroni (Sassuolo, 1984) vive e lavora tra l’Austria e l’Italia. Specializzata in Still Life minimali, il suo percorso si snoda inizialmente tra Firenze e Milano, dove coltiva gli studi d’arte e fotografia per poi sviluppare una personale voce creativa vivendo e lavorando per oltre sette anni a Los Angeles, US. Il suo approccio artistico si concentra sulla scoperta di una bellezza inaspettata nelle piccole cose quotidiane. La tecnica dello Still Life le permette di bilanciare il caos del mondo, creando immagini silenziose e spogliate del superfluo. Piccole opere d’arte che parlano di dettagli intimi e discreti che possiamo scoprire solo ascoltando. Con uno sguardo sensibile alla bellezza, lavora esclusivamente con la luce naturale, aprendo spazio all’elemento dell’imprevedibilità.

Laura Santamaria (Monza, 1976) vive e lavora tra Como e Milano. Si forma all’Accademia di Brera di Milano e successivamente alla Loughborough University School of Art and Design. Le sue opere e progetti site-specific spesso presentano allo spettatore un parallelismo tra micro e macro cosmo riflettendo su sistemi e processi di interconnessione. Ha all’attivo mostre in musei e istituzioni internazionali come la Whitechapel Gallery di Londra (2015) e il MAC Museo de Arte Contemporáneo, A Coruña (2019). Fondatrice e curatrice di ‘Drawings from Lightning’, un progetto multidisciplinare internazionale focalizzato sul disegno contemporaneo.

Meri Tancredi (L’Aquila, 1976) vive e lavora a Perugia. Artista transumante, nei sui imprescindibili movimenti, esplora il rapporto tra linguaggio, spazio, materia e percezione. Interroga il proprio universo inconscio, per porlo in rapporto con un tempo collettivo, coagulando le riflessioni in tracce semantiche, a volte precise e rigorose, altre, labili e contorte metafore antropologiche e antropiche. Attiva dal 1996, ha esposto in mostre, ricevuto premi e partecipato a residenze artistiche a livello nazionale e internazionale. Dal 2013 ha integrato il suo percorso artistico con l’attività didattica in ambito pittorico. Attualmente è docente di Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Perugia.

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