Umbria Jazz 2017: bilancio artistico molto positivo

umbria jazz

di Donatella Binaglia

Umbria Jazz non si discute: può vendere più o meno biglietti, ma il clima meraviglioso che Perugia raggiunge nei dieci giorni di Festival è praticamente irripetibile e unico. Detto ciò possiamo parlare di tutto, forse in questa edizione è mancato l’evento trainante (vedi Mika l’anno scorso con 5.584 biglietti venduti)? Ma è stata una edizione di grandissima qualità. 

Oltre 20 mila biglietti venduti (nel 2016 erano stati 29.611, una perdita di circa 8.000 biglietti) per 700 mila euro di incasso, al netto del merchandising e senza comprendere i jazz lunch ed i jazz dinner.

Comunque la crisi c’è e si fa sentire anche, anzi, soprattutto in questo settore. “Umbria Jazz chiude con un bilancio artistico molto positivo, frutto di un cartellone equilibrato che ha privilegiato il jazz ed anche economicamente oculato visto che abbiamo speso 150 mila euro in meno – ha detto Carlo Pagnotta – per fare un esempio nell’esclusiva italiana Kraftwerk, del tributo a Monk ho visto gente piangere”. Sul versante sicurezza il sindaco Romizi si è detto soddisfatto di come Perugia ha risposto alle nuove misure messe in campo: “forse c’è qualcosa da perfezionare ma tutto è filato liscio”.

Sicuramente una riflessione andrebbe fatta quest’anno Umbria Jazz e il Festiva di Spoleto si sono sovrapposti quasi completamente e questa, sicuramente, sarebbe stata una cosa da evitare, ma si sa, Carlo Pagnotta non gradisce questa discussione e tuona: “quelle di Umbria Jazz sono sempre date fisse…”. Insomma, chi vuole si adegui.

Appuntamento al prossimo anno dal 13 al 22 luglio 2018

 

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