Anche Vinitaly “salta un giro” causa Coronavirus

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Posticipato, a causa dell’emergenza Coronavirus, uno degli eventi enologici più importanti a livello nazionale ed internazionale: il Vinitaly.

“Condividiamo la scelta di Veronafiere di annullare, causa coronavirus, il Vinitaly, così come la decisione di collocarlo al prossimo anno, per consentire all’Italia del vino di ripartire nel migliore dei modi”. Ad affermalo è Massimo Sepiacci, presidente di Umbria Top Wines, dopo l’annuncio sullo spostamento del più importante evento nazionale dedicato al mondo del vino a causa dell’emergenza Coronavirus. La società cooperativa del vino umbro, che raggruppa la maggioranza delle aziende vitivinicole regionali, stava infatti programmando da tempo la consueta trasferta umbra a Verona con 60 cantine provenienti da varie aree vinicole regionali.

Veronafiere ha deciso di riposizionare le date del 19-22 aprile 2020 di Vinitaly, causa coronavirus impraticabili, al 18 – 21 aprile 2021, dopo un primo tentativo annunciato in precedenza di spostamento nel mese di giugno. Ma il protrarsi della situazione anche a livello internazionale, con l’annuncio di pandemia globale, ha portato gli organizzatori a ricollocare l’evento nel periodo migliore per assicurare a espositori e visitatori il più elevato standard qualitativo del business. La giusta decisione del riposizionamento di Vinitaly al 2021 è stata presa d’intesa con i rappresentanti delle associazioni di settore.

È quindi solo rimandata la presenza al Vinitaly anche dei produttori umbri, in rappresentanza dell’enologia regionale e con la consueta formula dello stand collettivo. Ora Umbria Top Wines è concentrata su come risolvere alcune questioni, soprattutto per gli investimenti già effettuati (prenotazioni hotels con camere già pagate, spese di utilizzo di servizi in fiera, contabilità, lavoro del personale Umbria top) visto anche l’impegno con Veronafiere che era stato assunto grazie ad un accordo biennale e programmato attraverso il PSR dell’Umbria.

Alla regione era stato infatti riservato anche per quest’anno lo stesso spazio che occupava ormai dal 2016, con lo stile e le basi dell’allestimento usato per il 2019. Diverso era invece il progetto che avrebbe animato nei contenuti l’area riservata all’extra vino e alle istituzioni dell’Umbria, ma con l’obiettivo di rendere sempre più accogliente e suggestiva l’esperienza immersiva finalizzata a far sentire l’utente della fiera come se fosse in visita in Umbria.

Gli effetti del coronavirus sono evidenti in tutto il mondo enologico e non solo in Italia. La rapida evoluzione della situazione internazionale sta generando difficoltà a tutte le attività fieristiche a livello globale. Anche la Germania con il Prowein di Dusseldorf ne ha fatto le spese, visto l’annullamento e rinvio, anche qui al 2021, pure di questa fiera di riferimento in Europa per il vino. Ad Umbria Top veniva riservato, come ormai da anni, uno spazio che si trova all’interno del Padiglione Italia. L’impossibilità di movimento di migliaia di operatori ha quindi giocato un ruolo importante in questa fase. “Ma anche qui la presenza di 29 cantine umbre che erano pronte a volare in Germania dal 15 al 17 marzo scorso è solo rimandata” commenta Sepiacci.

Non sono da meno però pure in questo caso le problematiche per la situazione eccezionale che si è venuta a creare. In data 5 marzo, quindi molto a ridosso dell’evento, con un comunicato ufficiale la fiera ha annunciato che l’edizione 2020 sarebbe stata posposta al prossimo anno. Ed anche qui, naturalmente, molti sono gli investimenti comunque persi: materiali grafici erano già pronti ed imballati per l’allestimento; vini già in bancali pronti per essere spediti; hotels e voli già acquistati e pagati (spese anticipate che solo in alcuni casi saranno rimborsati per giusta causa); spese di utilizzo di servizi in fiera già sostenuti (allacci elettrici, idrici, calici per le degustazioni, hostess); doppio ora è il lavoro del personale Umbria Top per recuperare il recuperabile con un pool di referenti (in fiera a Dusseldorf) che non danno alcun tipo di  risposte.

Con Prowein è quindi in corso una interlocuzione, vista la disponibilità a tenere le spese effettuate per quest’anno valide per il prossimo. Ma al momento si fa solo cenno alla possibilità che tutti gli investimenti fatti, qualora lo si desideri, possano essere considerati “congelati” per il 2021 e che per tutti gli altri servizi si avranno notizie.

Al momento però, nonostante le rassicurazioni, Umbria Top non ha avuto risposte ufficiali né da Veronafiere per Vinitaly né dagli organizzatori di Prowein sulla questione rimborsi degli investimenti già fatti. “Senza considerare i danni indiretti per i quali è difficile calcolarne il valore, in   quanto le aziende e l’Umbria del vino in generale hanno perso due momenti annuali importantissimi sia in termini di contatti, pubbliche relazioni, contratti commerciali ed immagine” dichiara inoltre Sepiacci.

Umbria Top aspetta quindi fiduciosa rassicurazioni in merito da parte della Regione Umbria per un supporto nel rimodulare i piani previsti per l’internazionalizzazione vista l’emergenza coronavirus. Situazione difficile che sta portando un duro colpo anche al settore vitivinicolo e al commercio internazionale, mettendo a rischio 35 milioni di euro di export per il vino umbro (cifra relativa al 2019 secondo i dati Istat).

Il 2020 per Umbria Top era invece iniziato con il piede giusto, con l’Umbria del vino che a febbraio era volata per la prima volta a Parigi al Wine Paris in un contesto di livello internazionale insieme a migliaia di espositori da tutto il mondo. Il mese prima, a gennaio, c’era stata l’ormai consueta esperienza al Bellavita Expo di Amsterdam che per Umbria Top va avanti dal 2016. Per Sepiacci quindi “ora dobbiamo immediatamente riprogettare il tutto per poter ripartire al più presto, già nei prossimi mesi, con la promozione della nostra ‘wine experience’ a livello regionale, nazionale e internazionale”.

Le cantine umbre, sotto l’ala di Umbria Top, non si scoraggiano quindi e sono ora pronte a rivedere la loro promozione dell’Umbria del vino, sia per quello che sarà possibile fare ancora nel 2020 sia con una visione per il 2021, senza naturalmente sottovalutare la difficile ed incerta situazione.

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