Pink Floyd Legend: a Terni l’omaggio a The Dark Side of the Moon 

pink floyd legend

Dopo il successo dello scorso anno, il 6 settembre 2023 i Pink Floyd Legend tornano all’Anfiteatro Romano di Terni con il tour celebrativo del 50° anniversario dell’uscita di The Dark Side of the Moon.

Durante il concerto – che dal marzo 2022 ha realizzato 25.000 spettatori – oltre all’esecuzione integrale del capolavoro del 1973, i Legend riproporranno anche tutti i più grandi successi della band inglese, accompagnati dai video originali d’epoca proiettati sul grande schermo circolare e immersi nel nuovo disegno luce e laser.

La formazione italiana, riconosciuta da critica e pubblico come la migliore interprete dei capolavori dei Pink Floyd, è composta da Fabio Castaldi (voce e basso), Alessandro Errichetti (voce e chitarre), Simone Temporali (voce e tastiere) ed Emanuele Esposito (batteria). Completano l’ensemble Giorgia Zaccagni, Nicoletta Nardi e Daphne Nisi ai cori e Maurizio Leoni al sassofono solista.

I Pink Floyd Legend, negli ultimi quattro anni, con i loro spettacoli dedicati all’universo pinkfloydiano possono vantare in Italia oltre 100.000 spettatori. Ogni tour – la cui produzione porta la firma di Gilda Petronelli di Menti Associate – è un evento: da quello di Atom Heart Mother con coro e orchestra a The Dark Side of the Moon – 50th Anniversary Tour, da Live at Pompeii con gli strumenti vintage originali dell’epoca al tour per i 40 anni di Animals  (con la riproduzione della Battersea Power Station, realizzata con mapping 3d  e proiettata su uno schermo di oltre 15 metri di larghezza per oltre 6 metri di altezza, con tanto di “vapori reali” che fuoriuscivano dalle 4 ciminiere bianche per tutta la durata del concerto), fino a Shine Pink Floyd Moon, l’opera rock di Micha van Hoecke che li vede sul palco insieme a Raffaele Paganini e ai danzatori della Compagnia Daniele Cipriani.

Considerato come il capolavoro assoluto dei Pink Floyd, The dark side of the moon è un disco entrato nel mito per numero di copie vendute, per la tecnica di registrazione, per i temi proposti, per la sua bellezza e, per certi versi, anche per la semplicità delle melodie, che segna l’inizio della maturità artistica dei Pink Floyd.

Quelle nuove sonorità, già presenti in forma rudimentale in Meddle e Obscured by clouds, e che a loro volta caratterizzano il passaggio dalle atmosfere psichedeliche e dai tentativi progressive di Atom Heart Mother, fanno esplodere tutto il loro potenziale lirico, melodico e tecnico dei quattro Floyd. Il pianto di Waters dopo l’ascolto del missaggio finale del disco la dicono tutta sulla bontà e la grandezza del progetto.

Il battito cardiaco che introduce e chiude l’album accompagna l’ascoltatore in un viaggio che è la nostra stessa vita, partendo dal primo respiro della nascita (Breathe), attraversando le paure dell’uomo (il tempo che passa, la morte), per arrivare alle ossessioni (il denaro) e alle follie dei nostri tempi (la guerra). Già si vedono quei temi di critica sociale cari a Waters che verranno approfonditi in Wish you Were here e Animals e che troveranno la loro definitiva e stabile collocazione in The wall.

A impreziosire e consegnare al mito il tutto, ecco il genio Alan Parsons che fa letteralmente esplodere il suono fuori dal disco, conferendogli una tridimensionalità e una atemporalità incredibile per quelle che sono le tecniche di registrazione dell’epoca. Per questo, Dark side è un disco senza tempo, da sembrare scritto e suonato nel futuro tanto è attuale nei contenuti e nella resa sonora.

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