Roma. Celebrazioni pirandelliane, Ecco come parla la verità

pirandello capocomico

Tra le manifestazioni organizzate dall’Istituto di Studi Pirandelliani e sul Teatro Contemporaneo per la Casa Museo di Luigi Pirandello in occasione dei suoi 150 anni dalla nascita, ci saranno tre serate a cura di Paolo Petroni, da Venerdì 6 a Domenica 8 Ottobre al Teatro di Villa Torlonia (grazie alla supporto del Teatro di Roma che lo gestisce), sul centrale tema pirandelliano della Verità e dell’Identità, le sue implicazioni filosofiche e culturali, con lezioni magistrali di studiosi pirandelliani e di specialisti che amplieranno il discorso, collegando le intuizioni anticipatrici di Pirandello con il loro sviluppo sino ai nostri giorni.

Il programma prevede due interventi a serata a partire dalle 19,15

Venerdì 6 Ottobre

–  Giorgio Patrizi: “Pirandello: le parole, le vite, le verità”,

–  Umberto Galimberti : “Le vie errabonde della verità”

Sabato 7 Ottobre

–  Valerio Magrelli: “Poesia e verità: il legame dei legami”.

–  Remo Bodei: “Pirandello e la finzione”

Domenica 8 Ottobre

–  Giancarlo de Cataldo: “L’insostenibile verità della giustizia”

–  Gabriele Lavia “Pirandello, il fiore e la morte.”

Luigi Pirandello, come è noto, si affaccia alla cultura europea a partire dalla sua esperienza di studi universitari in Germania. Dalla frequentazione di questa cultura e delle principali correnti di pensiero dell’epoca – dai tardoromantici ai positivisti, ai neoidealisti e ai fenomenologi – matura una visione del mondo improntata ad un relativismo assoluto, che rifiuta ogni possibile ontologia per elaborare un pensiero che privilegia l’identità dei  singoli individui, colta nella sua irriducibile peculiarità.

La verità, in questo sistema, non è un valore dato, un principio, ma piuttosto una convenzione. Le verità –in un plurale irriducibile- non sono che forme effimere in cui per qualche istante si cala la vita. Da qui, progredendo in una complessità via via crescente, scaturiscono una specie di esistenzialismo ante litteram e una concezione dell’alienazione come tratto dominante della vita sociale. E, di conseguenza una concezione dell’arte – dalla narrazione al teatro – come linguaggio che deve testimoniare questa drammatica condizione che è metafisica, ma osservata, analizzata anche nelle prospettive storiche in cui si manifesta. E’ una nuova prospettiva che rinnova profondamente il teatro borghese tradizionale, con il contributo di una riflessione metateatrale che derivava dalle avanguardie e dalle sperimentazioni a cavallo del passaggio tra i secoli XIX. Ripensare oggi il tema della Verità – cogliendone le ramificazioni che dall’opera pirandelliana si irradiano nella cultura mondiale per tutto il secolo successivo – vuol dire sottoporre ad una radicale analisi le categorie di pensiero che attorno all’idea di Verità sono state elaborate per costruirne i tratti più funzionali alle istituzioni del pensiero scientifico, filosofico, artistico. Forse è possibile leggere l’intera storia del secolo XX e dell’inizio del XX! come la vicenda dei tentativi di elaborare un modello di verità affidabile, confortante principio d’ordine, e dei tentativi opposti, di destrutturare quel modello per rilanciare un universo vitalistico, individualista, anarchico.

 

Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti. Per la seconda lezione di ogni sera avranno la precedenza coloro che saranno presenti anche alla prima.

È gradita una libera donazione all’entrata a favore delle attività dell’Istituto.

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