Un secolo dalla morte di Umberto Boccioni

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Padre del Futurismo, pittore e scultore del dinamismo e dello spazio, Umberto Boccioni moriva a soli 33 anni un secolo fa. L’artista protagonista delle Avanguardie storiche, capace come pochi altri di influenzare l’intero ‘900, perdeva la vita in un banale incidente, disarcionato dalla sua cavalla imbizzarrita, il 17 agosto 1916 a Chievo (Verona), durante un’esercitazione militare.

Nato nel 1882 a Reggio Calabria, nel 1901 è a Roma e frequenta lo studio di un cartellonista, che lo avvia ai primi rudimenti della pittura. Conosce Gino Severini, con cui frequenta lo studio del pittore divisionista Giacomo Balla, diventa amico di Mario Sironi. Poi è a Parigi, in Russia e in Germania dove entra in contatto con i movimenti dall’Impressionismo al Simbolismo, ai Preraffaelliti, infine a Milano. Nel 1907 con Filippo Marinetti inizia il percorso che porterà alla stesura, con Carrà, Russolo, Balla e Severini, del Manifesto dei pittori futuristi (1909) e poi del Manifesto tecnico del movimento futurista (1910).

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