Segni di Cava: le pietre raccontano attraverso l’arte

segni di cava

Con “Segni di Cava”, Isola di San Lorenzo e la sua splendida Perugia sotterranea prendono vita con una storia narrata dagli attori Marta Calzoni e Alessandro Massoli celebrati dalle musiche di Giovanni Biagioli.

Come incuriosire e catturare l’attenzione di un pubblico sempre più esigente?

L’Idea è di Genesi che, in collaborazione con isola di san Lorenzo, hanno l’obbiettivo di valorizzare il patrimonio artistico e culturale, accompagnando i visitatori/spettatori attraverso una esperienza nella ricchezza culturale ed artistica in cui siamo immersi.

Alessandro Massoli e il “civis”, il cittadino, anzi è il “perugino”, che viaggia nel tempo tra le mura etrusche e romane fino ad oggi narrando la storia di queste pietre che rivivono in modo suggestivo con parole e suoni, Marta Calzoni è la pietra, è Fulvia moglie di Marco Antonio, è il Tempo, che ci tocca e ci guida… il testo è stato riadattato da Laura Pascucci in funzione della drammaturgia legata al percorso tra le antiche vestigia sotto la cattedrale di Perugia.

Quindi le pietre raccontano, in questo percorso archeologico che si snoda sotto la meravigliosa Piazza IV Novembre si entra a scoprire i segni e le testimonianze del passato, dagli Etruschi, poi i romani, e il medioevo hanno lasciato tracce suggestive dell’antica Acropoli Perugina.

Siamo immersi in una città che rivive sotto la Cattedrale di Perugia, prima tempio di UNI e poi di GIUNONE… per prendere coscienza del fatto che ciò che vive oggi è saldamente ancorato al passato, misterioso e al contempo affascinante.

In “segni di Cava” gli attori danno voce alle pietre, esse non sono solo rovine silenziose, ma testimonianze e documenti della storia.

E’ stato un viaggio nel tempo, accompagnati dalle voci e suggestionati dalle musiche; gli attori hanno saputo emozionare e le pietre ci hanno saputo parlare, ma questo viaggio nel tempo ci lascia un interrogativo: “Ma cosa è il tempo ?… Senza il suo fluire non esisterebbe il passato… senza la prospettiva di ciò che sarà non esisterebbe il concetto di futuro… senza nulla che esista non esisterebbe un tempo presente…”.

Sonia Lustrino

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