Colacem a Milano: Organismi Evoluzione. L’arte guarda la sostenibilità

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Un evento-spettacolo per parlare del cemento e del suo futuro, in un contesto che sia fonte d’ispirazione e nuove connessioni, un fatto unico e irripetibile, così come la performance che include. E’ quanto promette “Organismi Evoluzione. L’arte guarda la sostenibilità”, evento performativo annunciato da Colacem per mercoledi 15 Novembre a Milano, alle 18, presso l’Auditorium del Centro Congressi Stella Polare, Fiera di Rho (necessaria conferma per ricevere il pass di ingresso a: eventi@colacem.it – telefono 334 6404731).

Sarà uno spettacolo sul divenire dell’Organismo Industria: idee, progetti, lavoro in evoluzione continua, dove artisti concettuali e visivi rifletteranno sulla funzione della fabbrica e sulla sua capacità di sintetizzare creatività e immaginazione, per soddisfare esigenze di sicurezza e benessere nella sostenibilità.

“Il cemento – si legge nell’invito – è un prodotto che non parla, se non quando prende forma seguendo le idee dell’uomo che lo utilizza. ‘Organismi Evoluzione’ darà voce alla fabbrica, per trovare risposte al perché facciamo le cose. Assisteremo a un evento performativo concepito come uno spettacolo, per parlare del cemento e del suo futuro.

Un intreccio di arti visive, fotografia, musica, danza moderna, che dialogano con la fabbrica e le grandezze fuori scala dell’industria del cemento. Colacem inaugura così un nuovo modo di raccontare il suo mondo in continuo cambiamento, funzionale alla creazione di luoghi del vivere e infrastrutture per lo sviluppo. Incontrarsi in questo contesto sarà fonte di ispirazione e nuove connessioni.”

Uno sviluppo in grado di “assicurare il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri”. E’ la definizione universalmente riconosciuta del concetto di sostenibilità, secondo il cosiddetto Rapporto Brundtland. Ed è a questo concetto, la sensibilità all’impatto ambientale, assieme alla sicurezza sul lavoro, che si ispira Colacem. Il colosso eugubino del cemento ha infatti inserito nella sua mission il “creare valore economico e sociale, producendo cemento in modo sostenibile”. Per realizzare ciò, dichiara nei suoi rapporti sulla sostenibilità, la multinazionale umbra sta facendo convergere investimenti di rilievo nella formazione del personale e negli impianti industriali, attenti all’avanzamento scientifico e tecnologico.

Seguendo un trend epocale, sempre più spesso all’attività industriale si affianca quella culturale e artistica, anche per portare a un pubblico allargato, non soltanto di addetti ai lavori, idee aziendali e intenti programmatici industriali che, negli attuali processi di transizione energetica, includono sempre più spesso un’ottica di sostenibilità e impegno nella salvaguardia dell’ambiente.

Una storia complessa, quella della relazione fra arte e industria, iniziata nella diffidenza e antipatia reciproca, ma profondamente cambiata nel corso del tempo, fino a individuare proprio in tale rapporto un fattore determinante per la competitività delle imprese e contemporaneamente per la valorizzazione delle arti. Oggi, in virtù dei cambiamenti socio-economici che caratterizzano l’attuale società contemporanea globalizzata, il mondo dell’arte, per il suo carattere creativo, versatile e multidisciplinare, è percepito come ambiente stimolante e accessibile, con un linguaggio universale, in grado anche di comunicare e trasmettere l’operato e la missione di un’azienda a livello globale.

Relazionarsi all’arte è sempre meno mera sponsorizzazione filantropica, per costruire un’immagine o cercare visibilità, e sempre di più autentico strumento per rafforzare l’identità aziendale e valorizzare le proprie risorse.

Maria Vittoria Grotteschi

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