Fai Trasimeno: aperta la Dogana e il Castello di Montegualandro

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Sabato 23 e domenica 24 marzo per la trentaduesima edizione dell’iniziativa il Fai Trasimeno conduce alla scoperta di due luoghi straordinari. Grazie alla disponibilità dei titolari sarà possibile infatti visitare in via eccezionale La Dogana e il Castello di Montegualandro. Un’esclusiva opportunità di scoprire un’Italia meno nota, luoghi solitamente inaccessibili e inediti, che tuttavia ugualmente raccontano la cultura millenaria, ricchissima e multiforme del nostro territorio.

Lungo la vecchia strada che da Tuoro porta in Toscana verso la Valle del Chiugi, s’incontra la Dogana, edificio cinquecentesco con ampia loggia a pianterreno che ci ricorda il confine tra Stato della Chiesa e Granducato di Toscana. Lo stabile, ai confini con la Toscana, fu impiantato lungo la strada che congiunge Perugia a Cortona una volta che il territorio di Tuoro nel XVI secolo fu inserito nei domini della Chiesa; la dogana serviva sia come stazione di posta per il cambio dei cavalli che per il controllo delle merci in transito per scoraggiare il contrabbando.

Una lapide segnala il passaggio di ospiti illustri quali Michelangelo, Galileo, Goethe, Byron e Stendhal.

Nell’edificio della storica “Dogana Pontificia” oltre ai locali amministrativi, sotto le arcate del palazzo c’era una locanda, come documenta lo scrittore Hans Christian Andersen che vi passò durante un suo viaggio in Italia. Dopo l’Unità d’Italia è stata trasformata in casa padronale completamente affrescata dal conte Papi.

Sarà possibile visitare il piano nobile e ascoltare la splendida storia di Maria Casale Scacchi, una delle prime donne in Italia con una laurea in chimica all’Università di Torino che scoprì la formula di sintesi dell’ammoniaca. Con i soldi che il governo diede a Maria per questa scoperta acquistò nel 1938 La Dogana innamorandosi della zona lacustre e della sua natura. La tenuta fu poi ereditata dalla figlia di Maria, Lucia de Ferrari, che la trasformò in una tenuta agricola innovativa ed efficiente; anche lei fu una donna speciale, fu una delle prime ad aver preso la patente di guida per aeroplano in Italia.

Il fortilizio di Montegualandro, sorge a pochissima distanza dalla Dogana, su una altura ad occidente del paese di Tuoro in posizione dominante sull’intera zona ed ai suoi piedi la Pieve di Confine così detta poiché segnava il confine del territorio pontificio. L’origine della struttura, come testimonierebbe la famosa Stele del luogo (tuttora conservata al Museo Archeologico dell’Umbria a Perugia), viene fatta risalire agli Etruschi, che avrebbero eretto questa splendida fortezza per difendersi dagli attacchi nemici. La notizia più antica risale al 917, quando se ne conferma la signoria al marchese Uguccione II Bourbon dall’imperatore Berengario.

Seguì poi come detto la conquista di Federico Barbarossa che lo donò ai marchesi Ranieri e subito dopo la distruzione e riconquista ad opera dei perugini alla metà del XIII secolo con il conseguente passaggio del castello, alla famiglia perugina dei Montemelini il cui primo vero signore del Castello fu Andrea di Giacomo Montemelino, Potestà di Perugia investito da Papa Gregorio IX nel 1238 come signore di Montegualandro; inizia così il lungo possesso della rocca da parte della famiglia di Montemelino, che attraverso alterne vicende, ne manterrà il dominio fino al 1678.

Alla fine dell’Ottocento, come accade per altri fortilizi che circondano il territorio Perugino diventa una fattoria dalla quale si amministra una vasta tenuta che lambisce il lago e le terre al confine con la Toscana. Pur avendo subìto diverse rivisitazioni nel tempo, dovute anche agli eventi storici di cui fu testimone, il castello conserva ancora la classica struttura circolare dotata di 4 torri ed una sola porta situata a levante.

La cinta muraria è formata da mura alte e possenti (altezza media 8 mt), merlature, feritoie, un fossato che costituisce ancora la principale difesa da eventuali incursioni esterne, una splendida chiesa ad una sola navata in arenaria e cotto dedicata a S. Niccolò, torrioni di avvistamento con strutture militari litiche e muri a scarpa, una prigione.

La visita consentirà di immergersi nello spirito militare della struttura vistando alcuni interni e soprattutto di godere dello splendido panorama che abbraccia tutto lo specchio del lago Trasimeno, le tre isole e i confini fra le due regioni.

Si segnala che per raggiungere il castello è necessario percorrere un tratto a piedi su strada bianca ed in salita di circa ottocento metri. Gli orari e le condizioni di accesso per tutti e due i siti aperti sono riportati nel sito del FAI (Scopri i Luoghi aperti per le Giornate FAI di Primavera (fondoambiente.it)).

Per le visite è prevista una offerta minima di tre euro che andranno a sostenere i progetti del FAI a livello regionale e nazionale.

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