Lidia Fogarolo: conoscere i papi attraverso le loro grafie

lidia fogarolo
Si intitola “Scrivere (nel)la storia. Uno sguardo ai papi del XX secolo attraverso le loro grafie” la nuova pubblicazione di Lidia Fogarolo, specialista in grafologia. Le righe approfondite di questo saggio affrontano storie e curiosità sui papi del XX secolo partendo appunto dallo studio del loro modo di scrivere, da Leone XIII a Giovanni Paolo II con un primo capitolo dedicato a Pio IX.
Il volume uscirà il 26 febbraio 2024 ed è realizzata da Graphe.it edizioni, casa editrice indipendente di Perugia con oltre 18 anni di buone letture.
“Scrivere (nel)la storia” non è, quindi, un testo storico, ma uno studio psicologico che cerca di entrare nell’animo dei papi per comprenderne i cambiamenti tra il prima e il dopo l’assunzione di un ruolo così importante come l’accettazione delle chiavi di Pietro. Delle loro grafie l’autrice riporta anche alcune immagini illustrative.
Diversi i collegamenti riscontrabili con la presenza di questi papi nella regione Umbria.
Pio IX fu arcivescovo di Spoleto dal 1827 al 1832 (un mezzobusto commemorativo è presente nella stazione di Spoleto) e da papa fu il mandante delle cosiddette “stragi di Perugia”.
Leone XIII, invece, fu particolarmente legato alla città di Perugia. Dopo il ruolo di delegato apostolico e poi vescovo di Perugia, quando divenne papa ebbe una sorta di “Cerchio magico”, ossia un gruppo di prelati a lui molto vicini e, goliardicamente, si tramanda di una variante del Credo: “Credo in unam, sanctam, perusinam Ecclesiam”. A Leone XIII, inoltre, è dedicata una statua nella cattedrale a Perugia ed è stata a lui intestata una piazza in zona Fonti Coperte (antistante la chiesa dei Santi Biagio e Savino).
In tanti ricordano ancora oggi le visite di Papa Giovanni Paolo II sia ad Assisi che a Perugia e Terni. Nel suo discorso di saluto alla cittadinanza, il 26 ottobre 1986, a Palazzo dei Priori di Perugia disse: «Mi piace ammirare l’anima di Perugia, dolce e aperta come gli orizzonti che le si aprono d’intorno, così magistralmente illustrati nella pittura del Perugino, quell’anima che ha reso la città disponibile e accogliente verso i tanti giovani che, dai vari continenti, qui convengono per il primo impatto con la lingua, la cultura e l’arte italiana». Nella visita precedente a Terni (19 ottobre 1981) apprezzò le Chiese di Terni, Narni ed Amelia, perché «…possono vantare antiche tradizioni di fede, suggellate dal sangue di Martiri illustri: Valentino, Giovenale, Firmina…».
Ciò che un Vescovo di Roma ha scritto prima di assumere la sua carica contribuisce non poco alla comprensione del modo in cui eserciterà il ruolo stesso.
«Pur nella semplicità di queste brevi biografie dedicate ai pontefici del Novecento, non bisogna dimenticare il contesto storico e l’enormità delle sfide che la Chiesa ha dovuto affrontare in questo difficile secolo – scrive così l’autrice Lidia Fogarolo –. I papi, al pari di tutti noi, quando scrivono lo fanno calati nel periodo storico in cui vivono ma, diversamente da noi, i loro documenti contribuiscono a scrivere la Storia. Per questo è interessante leggere la storia del papato, e, di riflesso, la Storia in generale, anche attraverso la lente dell’analisi grafologica che permette di gettare uno sguardo nuovo sull’eredità che ogni singolo pontefice ha lasciato alla Chiesa e non solo».
Il libro “Scrivere (nel)la storia” invita così donne e uomini dei nostri tempi a guardarsi nella propria totalità. «Tutte le parole non sono che briciole cadute dal banchetto dello spirito» recita un testo poetico di Kahlil Gibran: anche quelle vergate dagli uomini che sono diventati papi.
Lidia Fogarolo, laureata in psicologia e specializzata in grafologia, lavora come analista e perita grafologa e ha al suo attivo diverse pubblicazioni in questo campo. Con Graphe.it ha già pubblicato Perché gli opposti si attraggono e i simili si comprendono (2013), Grafologia e sessualità (2015), Storie di serial killer (2017), e, con Giuseppina Morrone, I due Volti dell’Anima. Maschile e Femminile (2019) e Anime incarnate in corpi sessuati (2020).

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