A Castiglione della Valle tripla esposizione a cura di Sauro Cardinali

castiglione della valle

Negli spazi della Cattedrale ex essiccatoio messi generosamente a disposizione da Dante Vecchietti, situati presso Castiglione della Valle (PG) si inaugurano tre eventi: L’ostensione del sintomo, La spia della terra e Le regole della macchia. Un progetto a cura di Sauro Cardinali.

L’ostensione del sintomo

presenta i lavori di 10 artisti invitati all’inizio del 2020 da Primetta Vecchietti e Massimo Barcaccia per una residenza artistica negli spazi della Torre di Orlando.

A causa della pandemia non fu possibile lavorare in presenza, né praticare gli spazi. Gli artisti hanno comunque lavorato intensamente per più di un anno, collegandosi on line ogni martedì, elaborando in questo modo una serie di progetti che non si sono del tutto concretizzati. Simmetricamente si è formata una costellazione di sintomi, presentati in questa occasione, che ha permesso loro di approfondire le dinamiche interne del fare e del mostrare. È maturato così un ventaglio di riflessioni collettive che ha subito messo in rapporto il lavoro personale in una prospettiva comune, ma non connotata come gruppo, facendo diventare la torre simbolicamente una distilleria e gli artisti dei distillatori.

Fino alla stesura di un manifesto: La torre, paradigmi del fare e del mostrare, che non tratta solo degli orizzonti poetici di ognuno, ma bensì illumina la meccanica interna dell’esperienza artistica con l’altro.

Il titolo dell’esposizione: L’ostensione del sintomo, ha le sue ragioni nella geologia spazio temporale che si è andata stratificando nel lavoro della torre, fino a connotarla come distilleria, luogo di estrazione delle sostanze fondanti che costituiscono l’atto estetico.

Gli artisti in mostra: Sara Baggini, Francesco Biccheri, Francesco Capponi, Sauro Cardinali, Francesca De Mai, Jacopo Gregori, Erica Landi, Paolo Romani, Diletta Rondoni, Antonio Rossi.

La spia della terra

presenta le opere di Sauro Cardinali, Rosa di nessuno e di Eraldo Chiucchiù, Primaria, frutto di un’esperienza di lavoro presso la fabbrica-studio di Fabrizio Berti a Ripabianca (PG): una fucina,

crogiolo, palestra di vasai che ancora praticano una tradizione quasi ancestrale dell’estrazione, lavorazione dell’argilla e cottura dei manufatti in un’antica fornace a legna. Questo è stato lo sfondo che ha attratto i due artisti per la qualità originaria del fare con la terra. Hanno seguito perciò tutte le fasi del lavoro secondo i tempi e i modi degli artigiani, lavorando in armonia e modellando le proprie esigenze espressive alle regole tradizionali, senza però sacrificare le proprie tensioni linguistiche. Le intenzioni immaginative e di pensiero degli artisti si sono arricchite con la vicinanza rituale degli artigiani e del loro fare con la terra. Sauro Cardinali ha realizzato un lavoro che prosegue sulla linea di tangenza con “il tempo dei poeti”. Non una biografia bensì un regesto temporale degli anni della vita, un calendario plastico-simbolico. Questo lavoro si avvicina con prudenza alla biografia e all’opera di Paul Celan senza esserne una citazione. Poesia e potenza della parola di Celan da cui Sauro Cardinali trae le forme evocative del “tempo della vita” poggiate sulla linea ellittica dell’esistenza: togliere materia e aggiungere tempo è un emblema poetico, che incrocia i tratti della biografia di Cardinali richiamati dalla forza indicativa di quella di Celan. Rosa di nessuno è un’opera che si articola per postazioni simboliche: un paesaggio maceria di polvere e fango costituito dalle lettere del verso die Niemandsrose dalla poesia Psalm, di un portabandiera residuo rovinoso e informe che regge l’asta di un vessillo dove è stampata una rosa aggredita dal primo gelo di novembre, fotografata il giorno in cui ebbe inizio la malattia che porterà alla morte la madre dell’artista.

Eraldo Chiucchiù presenta l’opera Primaria. Primaria come l’argilla usata per la realizzazione, come la tecnica di foggiatura, come la cottura con cui è stata solidificata, come il luogo in cui è stata realizzata. La forma minimale, ancestrale è una rappresentazione, insieme alla materia, della ceramica nella sua essenza spogliata di qualunque “sovrastruttura”.

Le regole della macchia

È un libro, “macina di immagini”, che amplifica l’eco del vissuto dell’artista Sauro Cardinali nel momento in cui si stende sulla pagina del presente per diventare lingua, con un ritmo narrativo che asseconda gli sbalzi delle associazioni di ricordi dentro una sorta di flusso di coscienza. La memoria dell’artista si inabissa e salta in aria, estraendo dal magazzino dei ricordi le sequenze delle impronte che lo hanno modellato. Forme discorsive in un diario delle micce e dei detonatori che hanno “rappresentato” il profilo del suo vissuto e del suo fare da artista, disgiunte e legate al battito del tempo e dei sensi.

La memoria in questo caso non è la teca inerte dove si allinea l’esperienza, ma niente di essa sembra guidare la narrazione che sussulta tra il già stato e il non ancora, gorgogliando il canto del presente. Un canto dislessico e sincopato che diventa la lingua del distillatore, sé parlante in terza persona che dà voce alla narrazione.

Il testo è nato tra il 2020 e il 2022, anni in cui Cardinali ha lavorato seguendo lo stigma della torre come modello del fare e del mostrare.

Le regole della macchia è uno schermo che accoglie e proietta per colpire il lettore nel momento in cui incrocia il riverbero del proprio vissuto con quello dell’autore.

Per info 331 2050429 opp. 339 4332266

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