Il Battistero di Firenze è frutto di due culture

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Secondo alcuni studiosi, il Battistero di Firenze è frutto dell’incontro tra le culture di Oriente ed Occidente

 

L’incontro della cultura occidentale e orientale ha prodotto il Battistero di Firenze: è quanto è emerso nel convegno “Il Battistero di San Giovanni a Firenze. Conoscenza, diagnostica, conservazione”, promosso dall’Opera di Santa Maria del Fiore.

La comparazione tra l’architettura del Battistero e la cultura orientale e islamica, sia per il policromismo che per la forma ottagonale con cupola, è stato il filo conduttore di tutti gli interventi della prima giornata. La forma ottagonale con cupola del Battistero di Firenze è stata messa a confronto con altri monumenti orientali dell’antichità alla ricerca di comuni origini e significati. “Questi antichi edifici orientali a forma ottagonale – ha spiegato la dottoressa Aygul Agir dell’università Tecnica di Istanbul – sono stati la fonte d’ispirazione per i battisteri medievali in Italia come quello di San Giovanni a Firenze. Si trattava di edifici a carattere monumentale: mausolei, martyria e battisteri. Dal più antico edificio a pianta ottagonale dell’Asia Minore, il Mausoleo di Efeso attribuito a Arsinoe IV, sorella di Cleopatra, a quelli di epoca paleocristiana e bizantina che sono tra gli esempi più importanti della storia dell’architettura.

Anche Luigi Zangheri ha parlato di questo rapporto tra oriente e occidente nel suo intervento sui rivestimenti marmorei del San Giovanni e il policromismo orientale.

“Il pavimento del San Giovanni – ha spiegato Zangheri – non offre un disegno unitario perché assemblato sia con tarsie a opus interassile che a opus sectile. Nel tempo, si è passati da una prima bicromia figurativa a una successiva policromia geometrizzata. Tarsie marmoree che nelle porzioni più antiche riprendono il disegno dei ‘rabeschi’ di preziosi drappi orientali. Invece sulle pareti interne ed esterne il rivestimento corrisponde a quello dell’architettura paleocristiana di ambito fiorentino mentre, solo dal 1293, per le decorazioni arnolfiane in marmo bianco e verde ai ‘gheroni’ dei pilastri angolari esterni si può individuare una matrice islamica mutuata dal romanico pisano-lucchese”.

 

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