La Polizia Penitenziaria denuncia l’uso indebito di cellulari in carcere

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Continua incessante l’attività degli appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria quotidianamente impegnati nel contrasto alla introduzione ed alla detenzione di droga e telefoni cellulari nelle carceri del Paese. In Umbria, in particolare, sono numerosi i sequestri, l’ultimo in ordine di tempo avvenuto alla Casa Circondariale di Terni.

A dare la notizia è il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, per voce del Segretario Nazionale dell’Umbria Fabrizio Bonino: “Rinvenuto telefono cellulare nel reparto alta sicurezza, dove da giorni venivano effettuate perquisizioni mirate. Questa volta non si tratta di un micro telefono ma di uno smartphone, con tanto di cuffiette, rinvenuto a terra nel bagno di una camera di pernottamento. Ancora acceso perché probabilmente in uso, è stato poi scoperto il nascondiglio, una finta cornice di un armadietto della stanza.

Gli agenti, guidati dai coordinatori del reparto e con il supporto di alcune unità del Nucleo Traduzioni di rientro da un servizio esterno, sono stati rapidi nel sorprendere i detenuti. Un plauso ai nostri colleghi che, nonostante gli ultimi attacchi mediatici, dimostrano ogni giorno passione e dedizione per un lavoro a dir poco difficile”.

Bonino denuncia come “ormai il traffico tra l’esterno e l’interno dei penitenziari è continuo. Il compiacimento del SAPPE Umbria va a tutti i colleghi di Terni che si distinguono per spiccate capacità professionali perseguendo importanti obiettivi in una complessa e critica realtà penitenziaria che il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE ha sempre denunciato”.

Netta la denuncia del Segretario Generale del SAPPE Donato Capece: “A Terni, in Umbria ed in tutta Italia sono decine i telefonini rinvenuti ogni giorno nelle carceri, in possesso a familiari ed amici di detenuti che tentano di introdurli in carcere con pacchi postali e nei colloqui o proprio in uso ai ristretti stessi. Come avvenuto a Terni, le donne e gli uomini della Polizia Penitenzia per l’ennesima volta, pur se tra mille criticità operative, con livelli minimi di sicurezza e poche risorse umane, garantiscono ed assicurano la legalità contro il malaffare della criminalità nelle carceri. Nonostante la previsione di reato prevista dal art. 391 ter del Codice penale di recente emanazione per l’ingresso e detenzione illecita di telefonini nei carceri, con pene severe che vanno da 1 a 4 anni, il fenomeno non sembra ancora attenuarsi. Vanno adottate soluzioni drastiche, come la schermatura delle Sezioni detentive e degli spazi nei quali sono presenti detenuti all’uso dei telefoni cellulari e degli smartphone”.

Il SAPPE ricorda infine i numeri delle carceri e dell’esecuzione della pena in Italia: alla data del 31 dicembre scorso, erano detenute nelle carceri del Paese 53.364 detenuti rispetto alla capienza regolamentare di poco meno di 50mila posti. Gli stranieri ristretti nelle nostre carceri sono 17.344 (il 33% circa di tutti i presenti). Ben 102.808 i soggetti seguiti dagli Uffici di esecuzione penale esterna, 1.327 i minorenni e giovani adulti presenti nei servizi residenziali e 13.477 quelli in carico ai servizi della Giustizia minorile.

Nelle 4 prigioni dell’Umbria erano ristrette 1.284 persone, 1.237 uomini e 47 donne: 327 gli imputati, 3956 i condannati ed un internato. A Terni, in particolare, i detenuti presenti sono 471.

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