Roma, restaurato lo storico giardino degli aranci

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In occasione del Natale di Roma è stato restituito alla città lo storico Giardino degli Aranci, restaurato e recuperato dal degrado, grazie all’intervento di restyling e di valorizzazione della Fondazione Sorgente Group, che ha siglato una convenzione con il Comune di Roma – Dipartimento di Tutela Ambientale.

L’iniziativa di recupero del Giardino degli Aranci e la proposta di indagine archeologica nel Giardino stesso e nell’antica strada del Clivo di Rocca Savella, collegamento di via di Santa Sabina con Lungotevere Aventino, realizzata dalla Fondazione Sorgente Group, sono state presentate davanti al Commissario Straordinario di Roma, Francesco Paolo Tronca, alla Presidente del Municipio I, Sabrina Alfonsi, al Direttore del Servizio Giardini di Roma Capitale, Antonello Mori, al Presidente della Fondazione Sorgente Group, Valter Mainetti, alla Vicepresidente della Fondazione Sorgente Group, Paola Mainetti e al Direttore Scientifico della Fondazione Sorgente Group, Claudio Strinati.

Il Giardino degli Aranci, uno dei panorami pià belli e frequentati della Capitale viene restituito a Roma, come lo aveva progettato l’Architetto Raffaele de Vico nel 1932, grazie alla Fondazione Sorgente Group che oltre a curare la manutenzione ordinaria del parco per tutto il 2016, ha recuperato il verde (prato, aiuole, cespugli e arbusti), ha sistemato e ripristinato l’arredo del parco (panchine in travertino e ghisa, ricollocato i cestini per il pattume), ripristinato la funzionalità dei cancelli, ricollocati cartelli con divieti e norme di comportamento, rimesso in funzionamento l’impianto di irrigazione, riempito buche e reintegrato il brecciolino nei viali e nelle aree calpestabili, effettuando un’opera di restauro e recupero.

Il recupero del Parco Savello, meglio noto come Giardino degli Aranci, rientra in un progetto pilota: per la prima volta è stata adottata un’area verde sottoposta a tutela, grazie all’accordo con il Dipartimento di Tutela Ambientale del Comune di Roma.

“Questo genere di iniziative -ha affermato Alfonsi- corrisponde in pieno alla nostra idea di governo del territorio, attraverso la partecipazione attiva e il contributo finanziario di cittadini e imprese che hanno a cuore la nostra città. Per fortuna la nostra città è sede di Fondazioni, come quella di Sorgente Group, che ringrazio moltissimo, ed altri soggetti economici pronti a mettere a disposizione le loro risorse professionali e finanziarie per far sì che nostra città possa tornare a splendere”.

La convenzione, firmata a novembre dello scorso anno da Mainetti e Mori, ha posto le basi per un Disciplinare Tecnico Manutentivo applicabile a tutte le aree verdi di pregio. “La Convenzione firmata con la Fondazione Sorgente Group rientra tra le strategie di miglioramento e di cura delle aree verdi di pregio della nostra città , con il contributo e la collaborazione di soggetti privati in qualità di mecenati -ha affermato Mori- Roma è dotata di un patrimonio vegetale ricchissimo, prezioso e variegato, tale da poterla considerare una città-giardino. Il suo patrimonio verde va curato e salvaguardato nel tempo”.

E’ stata anche annunciata un’altra iniziativa della Fondazione Sorgente Group, che riguarda il rilancio di tutta l’area nord occidentale dell’Aventino: la proposta prevede la realizzazione di un’indagine archeologica a cura del professore Eugenio La Rocca, nel giardino degli Aranci e nell’antica strada del Clivo di Rocca Savella, che contribuirà ad approfondire le varie fasi di insediamento e di trasformazione di quest’area del colle, la presenza fin dall’antichità di ville accanto alle mura serviane e di importanti dimore dell’Alto Medioevo appartenenti all’aristocrazia romana.

Era qui la residenza degli imperatori del Sacro Romano Impero, tra cui l’imperatore Ottone III. Fu infatti Ottone III a completare l’incastellamento dell’Aventino, di cui sono visibili ancora le mura, e il Palazzo fu acquisito successivamente dai Savelli. Papa Savelli, Onorio IV, vi abitò e vi morì, da qui si origina il nome del Clivo omonimo. L’indagine si concluderà con un accurato rilievo archeologico delle emergenze murarie visibili e una pubblicazione scientifica, realizzate da archeologici, storici, ed esperti di urbanistica antica.

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