Quattrocento milioni per la ricerca: i docenti universitari scrivono al Ministro Fedeli

ministro fedeli

“Eravamo abituati a proclami, spesso disattesi, e soprattutto a competere per poche briciole per poter fare ricerca di qualità, ma quattrocento milioni di euro destinati alla ricerca rappresentano forse il più cospicuo investimento degli ultimi vent’anni. Ci piace immaginare che questo investimento rappresenti l’inizio di una nuova primavera per il settore della cultura e della ricerca scientifica Conoscenza e Meritocrazia, forse questo è il binomio vincente per poter dare speranza al nostro Paese.”

Gentile Ministra Fedeli,

apprendiamo con positiva sorpresa la notizia da Lei data al Forum Ambrosetti di Cernobbio di destinare quattrocento milioni di euro alla ricerca.

Eravamo abituati a proclami, spesso disattesi, e soprattutto a competere per poche briciole per poter fare ricerca di qualità. Negli ultimi vent’anni c’è stato un costante disinteresse della politica e dei governanti verso gli investimenti in ricerca scientifica. Questo ha creato uno spaventoso esodo a senso unico di tante eccellenze italiane verso istituzioni di ricerca straniere: un problema più comunemente conosciuto come “fuga di cervelli”. Viviamo in un contesto sociale dove lo spazio per i giovani è sempre più limitato, dove l’occupazione giovanile è drammaticamente ridotta e dove la stessa occupazione giovanile è spesso coniugata con la parola a “tempo determinato”.

Quattrocento milioni di euro destinati alla ricerca rappresentano forse il più cospicuo investimento degli ultimi vent’anni e, come ha scritto la senatrice Elena Cattaneo su “La Repubblica”, rappresentano una linfa vitale per la cenerentola degli investimenti: la ricerca di base.

Speriamo che questo investimento in ricerca rappresenti il primo passo di un’inversione di tendenza verso un settore cruciale del nostro paese, quale quello della ricerca scientifica. Si dice che un paese che non investe in ricerca è un paese senza futuro. I padri costituenti avevano capito l’importanza di questo investimento fondamentale per il paese, declinandolo nell’articolo 9 della Carta Costituente: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica”. Purtroppo, troppo spesso i governi hanno disatteso questo principio fondamentale per il progresso del paese.

Ci piace immaginare che questo investimento rappresenti l’inizio di una nuova primavera per il settore della cultura e della ricerca scientifica, un’occasione per ridare dignità alla ricerca e ai ricercatori ed una opportunità per i giovani meritevoli.

Mantenere i conti in ordine e contenere il debito pubblico è senza dubbio fondamentale per un Paese, ma tutto ciò non deve essere di costrizione al suo vero benessere che è la conoscenza e il lavoro, la capacità cioè di produrre ricchezza, intesa non solo come capacità di produrre profitto economico, ma soprattutto profitto culturale, scientifico e sociale.

Conoscenza e Meritocrazia, forse questo è il binomio vincente per poter dare speranza al nostro Paese.

Con i nostri sentimenti migliori

Antonio Musarò, Docente Sapienza Università di Roma

Sergio Adamo, Docente Sapienza Università di Roma

Elio Ziparo, Docente Sapienza Università di Roma

Bert Blaauw, Docente Università di Padova

Guglielmo Sorci, Docente Università degli Studi di Perugia

Marco Sandri, Docente Università di Padova

Antonio Filippini, Docente Sapienza Università di Roma

Feliciano Protasi, Docente Università Gabriele D’Annunzio Chieti

Davide Gabellini, Capo Unità Istituto Scientifico San Raffaele di Milano

Maurilio Sampaolesi, Docente Università di Pavia

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