La nostra stella: i “must” di Elementi Fine Dining

la nostra stella

Borgobrufa SPA Resort apre le porte del suo  ristorante Elementi Fine Dining con “La nostra stella” un’iniziativa per consentire ai food lovers di avere una selezione mirata di “piatti da stella”, facendo degustare agli ospiti proprio i piatti che hanno amato i critici gastronomici e contribuito alla conquista della stella Michelin.

Fino al 2 marzo, infatti, i più curiosi food lovers e gli appassionati di alta cucina, avranno l’occasione di scoprire e provare le creazioni culinarie dello chef Andrea Impero, che hanno catturato l’attenzione della più  importante guida enogastronomica internazionale e portato Elementi Fine Dining ad ottenere l’ambita stella Michelin.

Un riconoscimento importante ad una cucina che punta a dare voce e valore al lavoro di 70 micro fornitori agricoli, con i quali lo chef Impero e la proprietà di Borgobrufa, portano avanti un importante lavoro di sostenibilità territoriale attraverso la cucina.

Chef Andrea Impero, considerato l’enfant prodigio della cucina in Umbria, vi condurrà nel suo mondo gastronomico e scoprirete un caleidoscopio di sapori succulenti portati a tavola con grande semplicità senza inutili sovrastrutture.

Ognuno di questi piatti è un capolavoro di creatività e maestria, ogni prodotto utilizzato un racconto di vita umana ed agricola genuina, per un viaggio sensoriale indimenticabile ed unico. Una “cucina della verità” schietta e pulita,  ma ricca di sapori e gusti equilibrati, con materie prime di altissima qualità.

Questi i famosi piatti che resteranno in carta fino al 20 febbraio e che lasceranno poi spazio ad altri percorsi di gusto e di emozioni che lo chef Impero e la sua brigata stanno già mettendo a punto per la riapertura a metà Marzo.

  • Colpa d’Alfredo, porco cinturello “Urbevetus” 100% (un piatto dedicato ad Alfredo Angeli, allevatore del celebre porco cinturello orvietano, qui lavorato intero: si tratta di quattro piatti diversi, cosicché il tavolo viene riccamente imbandito per un momento di convivialità. Ci sono il lombo leggermente scottato con il guanciale, la salsa di ossa e le castagne fermentate, di cui il maiale si nutre; il budelluccio, composto delle interiora che in Umbria si lasciavano essiccare e affumicare nel camino, fritte e servite con albicocca marinata, altro cibo del suino; il sanguinaccio speziato al cioccolato con panbrioche da intingere; a centro tavola, da mangiare con le mani, un plin al fazzoletto ripieno di cicotto umbro, ricetta storica composta da zampini, orecchie, muso, fegato, polmone, tutti gli scarti della porchetta che cucinati sotto nello strutto dentro i forni a legna spenti diventano morbidissimi)
  • La zia, Minestra di broccoli e arzilla
  • Com’è profondo il lago, Tegamaccio del Lago Trasimeno (una zuppa di pesce di lago reinterpretata da Impero, rendendo protagonista l’anguilla. È l’unica specie autoctona del lago, mentre altri pesci sono stati man mano immessi, ed è ancora disponibile in qualità eccellente grazie alla cooperativa dei pescatori. Lavorata con approccio yakitori, senza tradire i gusti del territorio, sfilettata, marinata allo shoyu e grigliata a contatto leggero con i carboni per il leggero fumé, viene servita su una zuppa passata di pesce di lago con persico, tinca, carpa e gamberetti, molto intensa e concentrata)
  • Anime, midollo e animella di vitello, Spugnole fermentate
  • Pasta & Cipolla, spaghettini “Pastificio dei campi” in crioestrazione di cipolla di Cannara

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