Perugia 1416: il drappo è della studentessa Agnese Pierotti

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“La speranza ci salverà”. È questo il titolo dell’opera per il Palio 2021 di Perugia 1416, realizzata da Agnese Pierotti, studentessa del secondo anno di Pittura dell’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” di Perugia (Aba). La vincitrice del concorso si è aggiudicata la somma di 500 euro messa a disposizione dall’associazione Perugia 1416. L’opera è stata presentata stamattina sotto le Logge di Braccio, in piazza IV Novembre, dall’assessore alla Cultura del Comune di Perugia, Leonardo Varasano, dalla presidente dell’Associazione Perugia 1416, Teresa Severini, e dal direttore dell’Accademia, il prof. Emidio De Albentiis, alla presenza dei rappresentanti dei cinque Magnifici Rioni della città e della vice presidente del consiglio comunale Roberta Ricci (delegata a Perugia 1416), pronti a vivere la sesta edizione della manifestazione – nella versione rivisitata causa Covid-19 – dal titolo #Medievalweb. Un appuntamento tra reale e virtuale che sarà presentato il prossimo 28 maggio, alla Sala dei Notari.

“Con il Palio realizzato dagli studenti dell’Accademia, si consolida di anno in anno il forte legame con questo importante istituto di Alta formazione artistica della nostra città, tra i soci fondatori della nostra associazione – ha sottolineato Teresa Severini -. Il concorso ha lo scopo di sollecitare gli studenti di ABA, italiani e stranieri, ad approfondire gli argomenti che Perugia 1416 vuole sollecitare, tra storia, Rioni di cui la città è composta, il senso della sfida. E per noi è anche un utile confronto poter verificare l’accezione che ne hanno nelle diverse età o dalle diverse provenienze. Quest’anno si è aggiunto un ulteriore messaggio: quello della speranza di ritorno al sereno, del sogno, di voglia di tornare a vivere”.

Soddisfatto anche De Albentiis

“Ho il piacere di confermare pienamente quanto sottolineato da Teresa Severini: per l’Accademia – ha detto il direttore – l’annuale concorso legato alla scelta del palio per Perugia 1416 è un’occasione preziosa, per i nostri giovani Studenti, di misurarsi con una ben precisa richiesta esecutiva, con determinati aspetti che devono essere presenti nei loro elaborati. Ma è anche un modo privilegiato per entrare in una vicenda molto particolare della storia della nostra città e nella sua stessa topografia urbana, con i cinque rioni le cui estensioni giungono significativamente fino al nostro esteso contado. L’auspicio, molto sentito, è che questa collaborazione duri ancora molto a lungo”.

“In un’edizione ancora virtuale – ha evidenziato l’assessore Varasano – ecco il palio, che è reale, come reale è stato l’interesse e la competizione tra i giovani artisti dell’Accademia. Lo testimonia il gran numero di elaborati che la giuria si è trovata a valutare. Le opere proposte, e quella vincitrice in particolare – ha concluso Varasano, – vogliono trasmettere la speranza, la fiducia nel futuro, così importante in questo periodo di ripartenza.

La scelta della Giuria

Su una decina di elaborati partecipanti al concorso, la scelta nel decretare il vincitore anche quest’anno non è stata facile per la commissione, composta – per l’Accademia – dal direttore amministrativo, avvocato Domenico Ferrera (in rappresentanza del presidente, avvocato Mario Rampini), dal direttore, professor Emidio De Albentiis, dal professore Stefano Mosena, coordinatore artistico del progetto, mentre per l’Associazione Perugia 1416, dalla presidente Teresa Severini e dell’avvocato Gabriele Caforio, membro del Consiglio Direttivo, in rappresentanza dei cinque Rioni.

 

Il concept

“La mia idea nasce dallo stupore dalla meraviglia assortimento aver conosciuto approfondito la manifestazione di Perugia 1416 – ha spiegato Agnese Pierotti, emozionata nel ritrovarsi protagonista con la sua opera nel rappresentare questa ‘particolare’ edizione – Si tratta di un evento storico, caratteristico, unico e originale, che fa sentire viva la città di Perugia e i suoi abitanti, ogni anno. Nel 2020, purtroppo, non è stato così, la manifestazione non si è potuta svolgere, e anche quest’anno non potrà tenersi come da tradizione, a causa del periodo di pandemia che stiamo ancora vivendo. L’unica cosa che però resta è la speranza delle persone di poter tornare nuovamente a vedere i Rioni sfidarsi, il corteo, le sfide e i vincitori del Palio. ‘La speranza è sempre l’ultima a morire’, ed è ciò che ci dà forza per andare avanti, credere in un futuro migliore e vivere in maniera più consapevole! Questo è ciò che ho voluto illustrare nella la mia proposta: il sogno dei perugini, dei tanti rionali che desiderano poter vivere insieme questa meravigliosa esperienza”.
Poi, Agnese si è addentrata nella descrizione di come si è evoluto il progetto. “Ho immaginato delle porte aperte, spalancate, con riferimento al portone di Palazzo Dei Priori, ma che simboleggiano le porte delle case di ogni cittadino di Perugia – ha continuato la studentessa -. Al di fuori delle porte c’è il loro sogno, ovvero quello di far tornare viva la città, e rivedere i 5 Rioni gareggiare per il Palio. I Rioni sono rappresentati dai loro stendardi, con i rispettivi loghi e colori, appesi su dei fili immaginari, nella semplicità, come fossero dei panni stesi della gente, che invece di vedere i propri vestiti, sogna la festa di Perugia 1416. È una visione che guarda al futuro, pieno di speranza. Le persone, che ora stanno dentro le case, guardando fuori con fiducia, con tanta voglia di ripartire, di gareggiare. E ora vedono gli stendardi dei loro Rioni che insieme fluttuano nell’aria, come mossi da un vento, il vento della speranza che rimane sempre nei cuori degli abitanti di Perugia. Sono partita fin da subito con questa idea, perché dopo aver scoperto la bellezza di tale manifestazione, mi sono immedesimata nei panni dei perugini e ho sentito tanta tristezza. Ho cercato, però, di trasformare questa tristezza in speranza e ho ideato la mia visione di festa, una visione allegra e spensierata, in cui nessun rione prevale, nessuno vince, ma tutti si mostrano insieme nel cielo. Senza odio, senza rancore, paura, né sconforto, ma con tanta fiducia, in un’attesa impaziente di tornare a vivere”.

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