Il Duecento in Umbria: la ex chiesa di San Giovanni del Fosso

san giovanni del fosso

Nel cuore di Perugia, in una insospettata abitazione che si affaccia sulla piazzetta di San Giovanni dal Fosso, è possibile ammirare, grazie alla disponibilità dei proprietari, ciò che resta dell’apparato decorativo dell’antichissima chiesa omonima che, terminato il suo ruolo come luogo di culto, fu utilizzata, fino alla fine del secolo scorso, come falegnameria.

Le mura esterne costeggiano delle scale in fondo alle quali, un tempo, doveva scorrere il corso d’acqua che ha dato il nome alla chiesa e al toponimo.

Attraverso un piccolo cancello si accede al soggiorno dell’abitazione, dove troneggiano un camino cinquecentesco e ciò che resta di un afffresco in una nicchia raffigurante una figura maschile seduta in trono, ornata da una corona.

Ma è scendendo al piano inferiore che si possono ammirare gli affreschi duecenteschi, realizzati poco dopo quelli della chiesa di San Prospero, dove fa bella mostra di sé un affascinante bestiario medievale, consueto nelle miniature dei volumi decorati con perizia ma così raro raffigurato su una parete. Sopra la teoria di bestie più o meno fantastiche si legge la parte inferiore del ciclo di storie della vita di San Giovanni oltre a dei lacerti di affreschi più recenti.

La passione dei proprietari, e il loro amore per un tesoro tanto importante, ci permette oggi di poter ammirare questa testimonianza dell’arte duecentesca umbra: “Questo ciclo pittorico è come un figlio – racconta la proprietaria – un figlio che richiede attenzione e cura costanti, nonché un impegno economico non indifferente al fine di preservare quanto ancora visibile”.

Dal sito del SIUSA (Sistema Informativo Unificato per le Sovrintendenze Archivistiche si legge: San Giovanni del Fosso, che si trovava in fondo a via Alessi a Perugia, fu eretta nel 1233 dal vescovo Salvio.
Nel 1559 si separò dall’antica Parrocchia di San Fiorenzo di Perugia. Fino ad allora risulta di proprietà dei Servi di Maria Santissima di San Fiorenzo, i quali vi officiavano le messe, ma senza tenere i libri parrocchiali. In questo anno i religiosi la concessero a “fra’ Celidonio Paolucci ma un tal Don Domenico Veronio si intruse e da ciò derivò una lite a Roma. Il Cardinale Fulvio della Corgna…in virtù di un motu proprio del Papa, conferì la Chiesa col territorio…al detto don Domenico Veronico…la lite proseguì ma dopo lungo tempo i frati stanchi di litigare abbandonarono e così San Giovanni del Fosso restò smembrato da San Fiorenzo e divenne parrocchia autonoma di libera collazione dell’ordinario di Perugia.”

Benedetta Tintillini

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