Montefalco, “Merry Sagrantino”: il territorio in un calice

merry sagrantino calici

“Merry Sagrantino”, l’evento che introduce con i migliori auspici alle festività natalizie coinvolgendo i sensi in un percorso di scoperta e meraviglia, è giunto quest’anno alla sua quinta edizione.

Forte di una grande risposta di pubblico, il Consorzio Tutela Vini di Montefalco anche quest’anno ha proposto, in abbinamento ad eccellenze gastronomiche di assoluto rilievo e con la sapiente guida della sommelier Ombretta Uboldi, una degustazione guidata  di sei vini del territorio e precisamente: Trebbiano Spoletino 2014 Le Cimate, Montefalco Rosso Benincasa, Montefalco Rosso Riserva 2010 Perticaia, Montefalco Sagrantino DOCG 2008 Scacciadiavoli, Montefalco Sagrantino DOCG 2011 Antano ed il Montefalco Sagrantino DOCG passito 2008 Fongoli.

Il territorio in un calice: un territorio, quello compreso tra i comuni di Montefalco, Bevagna, Castel Ritaldi, Giano dell’Umbria e Gualdo Cattaneo,  con la sua vocazione millenaria per la coltivazione della vite: il vitigno del Sagrantino sembra sia stato portato in questa zona intorno al 1300 dai monaci francescani provenienti dall’Asia Minore e pare debba il suo nome al fatto che venisse utilizzato durante le cerimonie religiose o in occasione delle festività solenni.

Il territorio con la sua storia antica e recente: il Sagrantino, negli anni ’60, ha rischiato addirittura la sparizione (vengono i brividi al pensiero di cosa ci saremmo persi per sempre), ma grazie all’impegno ed alla lungimiranza di alcuni coltivatori è tornato a nuovo splendore. Dagli anni 70, in aggiunta al tradizionale Passito, è iniziata la produzione del Sagrantino “secco” che, grazie all’altissima qualità riconosciuta a livello mondiale, ha ottenuto, negli anni 90, la denominazione DOCG.

Il territorio con la sua arte: l’arte a Montefalco si vive, si respira e si sorseggia. Negli splendidi affreschi della Chiesa di San Francesco a Montefalco, realizzati da Benozzo Gozzoli sugli episodi della vita di San Francesco, accanto ad una golosa crostata, sulla tavola imbandita del Signore di Celano fa bella mostra di se una bottiglia di Sagrantino, a testimonianza di quanto questo vino sia, da sempre, parte integrante del patrimonio culturale locale.

produttori
Da sin. Massimiliano della Macelleria del Corso, Michele di Tradizional Pane, Alberto di Cantalupo Lumache

Il territorio con la sua cultura: la coltivazione della vite è parte integrante della realtà di Montefalco tanto da non essere esclusivo appannaggio delle campagne intorno al piccolo centro urbano. All’interno della cittadina sono presenti, etichettate e classificate, viti di due/trecento anni di età, alcune all’interno di antichi monasteri. Va sottolineato che la produzione del Sagrantino deve sottostare ad un rigidissimo disciplinare. La necessità di tutelare e regolamentare la sua produzione è stata una priorità sin dal 1400.

Il territorio con le sue eccellenze: i vini proposti durante l’evento hanno accompagnato produzioni enogastronomiche locali di assoluto pregio, che esaltano la tradizione pur puntando sulla modernità; come i prodotti da forno di Tradizional Pane, il forno di Pietrauta di Montefalco, presentati da Michele: nuove interpretazioni di antichi sapori, come il pane con le vinacce di Sagrantino ed il panettone con le castagne; la tradizione della cucina di Cantalupo, con Alberto di Cantalupo Lumache, ha proposto nuovi abbinamenti in un connubio tra la tradizionale sapienza delle donne cantalupesi di cucinare le lumache e nuovi sapori, mentre La Macelleria del Corso di Montefalco, con Massimiliano, abbina i saperi dell’antica norcineria umbra (utilizzando esclusivamente sale, pepe e aglio, come da tradizione) a novità come la salsiccia al pecorino o il salame al Sagrantino.

Un territorio piccolo e prezioso: la superficie vitata del Sagrantino è pari a 650 ettari circa, per una produzione media di un milione circa di bottiglie. Produzione vinicola di nicchia che, come abbiamo visto, accompagna un elevatissimo numero di eccellenze gastronomiche, per di più supportate da giovani imprenditori locali, un tesoro che va salvaguardato e protetto come patrimonio di tutti.

di Benedetta Tintillini

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