Il Duecento in Umbria: la chiesa di San Prospero a Perugia

san prospero

Situata nel rione di Porta Eburnea, fuori dalla cinta muraria della città, la chiesa di San Prospero rappresenta un esempio di arte duecentesca di estrema importanza, perché al suo interno possono essere ammirati gli affreschi più antichi della città di Perugia.

La facciata anonima non fa sospettare quale tesoro si celi al suo interno, in effetti fino al secolo scorso la presenza di questa chiesa era praticamente sconosciuta; nella sua storia ha subìto molteplici rimaneggiamenti fino ad essere utilizzata come fienile.

Appena si entra lo sguardo è catturato dal bellissimo ciborio in marmo dell’VIII secolo ma, è volgendo lo sguardo a destra, dove si apre un arcone attraverso il quale si accede ad una piccola cappella, che si può ammirare il ciclo di affreschi più antico della città di Perugia; la data e la firma dell’esecutore sono riportate in un cartiglio presente nella controfacciata della cappella che recita: “Nel nome del Signore Amen. Nell’anno del Signore 1225, in dizione XIII, al tempo di messer Onorio papa III e di messer Federico imperatore, questo lavoro fu fatto al tempo di don Ranaldo prete di San Prospero nel mese di ottobre. Io Bonamico P. feci”.

Tutti gli storici dell’arte medievale concordano che gli affreschi del Bonamico sono di straordinaria importanza per la storia dell’arte, Pietro Scarpellini coniò la definizione di “sermo rustìcus” ovvero di rappresentazione semplice e immediata dai tratti semplici ed elementari.

Schiere di Santi e profeti si dipanano su diversi registri, realizzati con tratto semplice e grave, con corpi dalle proporzioni disarmoniche coperti da vesti dai drappeggi rigidi e fissi, Bonamico rompe con la tradizione bizantina e, con semplice immediatezza, avvicina le sue figure alla realtà. Apre la schiera del registro centrale una Maddalena riconoscibile dai lunghi capelli, resi con scarna semplicità fino a ricordare dei thread rasta, la prima rappresentazione di tale iconografia della santa in occidente, poi Margherita d’Antiochia, Brigida di Svezia e anche Santa Illuminata di Todi (guarda qui il video!).

San Prospero, vescovo di Reggio Emilia, appare accanto all’arcangelo giudicante Michele e a seguire la parabola di Lazzaro e del ricco Epulone, spiccano poi le figure di Sant’Ercolano e di San Giovanni Battista.

Benedetta Tintillini

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